Descrizione del percorso
Il ritrovo e la partenza avvengono davanti all’ingresso della Chiesa Parrocchiale intitolata ai Santi Cosma e Damiano.
Il primo tratto prevede l’attraversamento del paese lungo la via principale in direzione sud e la successiva uscita dalle mura svoltando a destra; all’incrocio con la Strada Provinciale si svolta ancora a destra, in direzione nord, e si prosegue su detta strada per un lungo tratto di salita; dopo circa 1.7 km e superata da poco, sulla sinistra, la lapide che indica il punto di sorgente del fiume Ombrone, si svolta a sinistra su una strada bianca che accompagna al nucleo abitato di Campi, la cui chiesa, intitolata a San Lorenzo, ospita una prima preghiera collettiva.
Si riparte, proseguendo sulla stessa strada bianca tagliando il piccolo gruppo di case da est a ovest, prima di proseguire lungo una ripida discesa, fino a raggiungere di nuovo la strada provinciale, nella quale si rientra svoltando a sinistra ma solo per un brevissimo tratto: 35/40 metri più avanti, infatti, si svolta a sinistra su una strada sterrata, che introduce all’interno dell’area boschiva, caratterizzata da un andamento planialtimetrico particolarmente accidentato. Si prosegue fino ad una diramazione ad Y, oltrepassata la quale sulla destra, si scavalca una catena e si sosta per una seconda preghiera ai piedi di una croce di legno fissata su un basamento in pietra.
Al termine del raccoglimento si torna indietro fino alla diramazione superata in precedenza e si svolta stretto a destra: da qui si prosegue per circa 700 metri all’interno del bosco, fino a raggiungere il luogo più importante della processione sotto l’aspetto della fede: sulla sommità del colle che sovrasta la zona sono stati realizzati nei primi anni del secolo scorso, due basamenti in pietra che ospitano altrettante croci di legno; qui la preghiera collettiva raggiunge la durata e l’intensità maggiori.
Si riparte per affrontare il tratto più impegnativo: si tratta di poco meno di 700 metri di discesa, caratterizzata però da terreno impervio, lungo un sentiero di bosco poco battuto e con fondo viscido ed estremamente sassoso. Una volta terminato il tratto di discesa accentuata e superato il corso d’acqua denominato Fosso di Borrabacci (più a valle contribuirà a costituire il torrente Malena, reso celebre indirettamente da Dante nell’Inferno: l’Arbia si tinse di rosso perchè vi si riversavano le sue acque dopo aver attraversato il campo della battaglia di Monteaperti), una piccola radura consente la sosta e la ricomposizione del gruppo, prima di affrontare i 350 metri che portano al luogo tradizionalmente scelto per il ristoro, ai margini di un muro a secco che nel tratto interrotto da una strada poderale ortogonale ospita un tipico madonnino.
La colazione sarà a base di cibi che rispettino il precetto della vigilia così come indicata dalla dottrina cattolica.
Il tratto successivo, in parte lungo il tratto finale del sentiero che costeggia il muro a secco, in parte lungo lo spazio di manovra di un vigneto, accompagna al cimitero di Villa a Sesta, in prossimità del quale si attraversa la strada provinciale 484 e si entra subito dopo, svoltando a destra, nel paese: la chiesa intitolata a Santa Caterina da Siena ospita la preghiera collettiva ed i canti.
Ripartiti da Villa a Sesta, attraverso la piazza del paese si raggiunge la Strada Provinciale, sulla quale ci si immette svoltando a destra: si percorrono 1.8 km circa di strada asfaltata, fino all’incrocio che porta verso San Gusmè: sia qui che al termine della successiva dritta sono previste due soste per onorare due croci, una delle quali, la prima, non risulta più sul posto. Dalla seconda croce, localizzata proprio all’inizio dell’abitato di San Gusmè, si prosegue attraverso la strada provinciale, lungo un tratto caratterizzato da due muri e dalla ridotta larghezza della carreggiata.
Una volta raggiunto il paese vecchio, al quadrivio si svolta a destra e si percorre la strada, via dei Fossi, che circoscrive la cinta muraria: alla deviazione si prosegue in discesa, verso destra, fino alla croce sistemata in prossimità del cimitero.
Dopo un’altra preghiera ed i canti, si ritorna indietro fino alla deviazione, che si affronta svoltando stretto a destra per percorrere la salita che immette nel centro storico di San Gusmè: un ultimo omaggio di preghiere e lodi in prossimità della prima piazza del paese e si prosegue mantenendo la destra fino a raggiungere la Chiesa Parrocchiale, dove termina il percorso e con esso la caratteristica processione.